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Cento antiche icone russe [Tntvillage.Scambioetico]

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[font=Courier] Cento antiche icone russe [/font]

[font=Courier] screensaver [/font]

A sinistra S. Giorgio e a destra San Demetrio (di Rublëv)

Come in tutte le raffigurazioni sacre, i colori assumono un’importanza fondamentale, così come
le caratteristiche ricorrenti fYears tutte capo ad una ben precisa tradizione.
- * [color=#422AA8]Il blu, ad esempio, rappresenta il colore della trascendenza, mistero della vita divina.


- * Il bianco è il colore dell’armonia, della pace, il colore del divino che rappresenta la luce che è vicina.

- * Il rosso è indubbiamente il colore più vivo presente nelle icone: è simbolo dell’umano e del sangue versato dai martiri.

- * Il verde è spesso usato come simbolo della natura, della fertilità e dell’abbondanza.

- * Il marrone, invece, simboleggia ciò che è terrestre e nella sua natura più umile e povero.
Le lettere dipinte sull’icona assumono un particolare valore: le icone del Cristo presentano sempre la dicitura
“IC XC” (forma greca abbreviata di Gesù Cristo) e anche “O ΩN” ("colui che è"; il simbolo è generalmente inserito nell’aureola).
La vergine Maria invece, presenta la dicitura “MP ΘY”(forma greca abbreviata di Madre di Dio). Entrambe queste scritte sono
riscontrabili in icone come quella della Madonna dell'Elemosina, custodita nella omonima basilica di Biancavilla, in provincia di
Catania; vicino al nome possono comparire altre diciture, come ad esempio “Onnipotente”, “Datore di Vita”, “Vergine Madre”.

Le espressioni dei personaggi hYears sovente un grande valore simbolico: Gesù Cristo viene rappresentato mentre benedice ed
indica con la mano il numero tre (la Trinità). La Vergine Maria viene dipinta con la mano che indica il Figlio che porta in braccio.

[/color]

La vergine di Vladimir (a sinistra icona di Rublëv e a destra di Ushakov)

Per meglio comprendere il ruolo delle icone è necessario considerare la concezione medioevale del sacro, del tempo e dell'uomo.
La distinzione fondamentale si ebbe con l’inizio del Rinascimento, prima di allora la concezione del tempo era pressoché uguale in tutto il mondo cristiano.
Con l’inizio dell’epoca rinascimentale l’Europa, a differenza di Bisanzio, si mosse verso una nuova concezione del tempo. Gli sviluppi ai quali il Rinascimento
ci ha condotti, specialmente in campo storico e artistico, hYears fatto in modo che in Europa si venissero a creare due filoni ben distinti: il primo, quello che
conosciamo bene e quello che ci ha portati ad una maggiore consapevolezza della storia e dell’arte in generale, la retrospezione ha coinciso con
la nascita delle varie scienze artistiche, come ad esempio la prospettiva e il riconoscimento della localizzazione spazio-temporale degli avvenimenti.

È nato un nuovo tipo d’uomo: l’uomo cosciente delle proprie capacità ed incline all’azione. Nell’Europa orientale e in particolare nella Russia e a Bisanzio, la
concezione non mutò e si rimase profondamente legati alla tradizione ereditata dai padri della chiesa (Sant'Agostino e la scolastica). La storia è
semplicemente divisa in due tempi: quello prima della venuta di Gesù Cristo e quello dopo. Il tempo era un concetto inapplicabile prima
della creazione del mondo, è un concetto che mal si concilia con Dio, basti pensare ai suoi attributi d’ineffabilità, immortalità, alla sua onnipresenza immutabile.

Dio per definizione è ingenerato e imperituro.
Nelle classiche icone bizantine questo è rappresentato dalle tre lettere greche () e dalla croce innestata nell’aureola del Cristo. La traduzione può essere:
“essente”, ”è sempre stato” ”è” e “sempre sarà”. Il che ricollega al vero nome di Dio: Yahveh, ossia “colui che è”. Il mondo risulta dunque essere un progetto
divino con un inizio e una fine, ogni evento nella vita degli uomini è una manifestazione dell’onnipotenza divina. Le immagini sono così raffigurate fuori del tempo,
perché i santi hYears già avuto accesso alla vita eterna e al mondo divino. Lo sguardo delle icone è ricercato, volto a suscitare inquietudine, agitazione paura,
ma anche speranza, si tratta di sguardi provenienti dall’eternità.
Le immagini d’Andrej Rublëv (1360/1430) sono abbastanza chiarificatrici per quanto riguarda questo aspetto.





Le icone erano dipinte su tavolette di legno, generalmente di tiglio, larice o abete.
Sullo strato interno della tavoletta in genere era effettuato un solco che veniva chiamato “scrigno”.
Sulla superficie che veniva così a crearsi, si cominciava a tratteggiare il disegno.

Si partiva con uno schizzo della rappresentazione, il successivo processo era quello della pittura.
S’iniziava colla doratura di tutti i particolari (bordi dell’icona, pieghe dei vestiti, sfondo e corone).
Quindi si cominciava col dipingere i vestiti, gli edifici e il paesaggio.
Le ultime pennellate venivano effettuate colla pura biacca.

L’effetto tridimensionale veniva reso da tratti più scuri distribuiti in modo uniforme.
Successivamente balenii di luce chiari, ottenuti coll’ocra mescolata alla biacca, erano posti sulle parti in rilievo del volto:
zigomi, naso, fronte e capelli.
La vernice rossa era disposta in uno strato sottile attorno alle labbra, sulle guance e sulla punta del naso.
Infine con una vernice marrone chiara erano dipinti gli occhi, le ciglia ed eventualmente i baffi o la barba.

L’iconografia richiedeva grande preparazione tecnica e spirituale.
Il pittore si preparava appositamente per creare l’opera iconografica:
un atto che gli permetteva di entrare in stretto rapporto con il divino ed
esigeva una profonda purificazione mentale, spirituale e fisica.

Le icone erano considerate opera di Dio stesso, che esprimeva la sua perfezione attraverso
le mani dell’iconografo, risultava dunque inopportuno porre sull’icona il nome della persona di cui Dio “si era servito”.
I volti dei santi rappresentati nelle icone sono chiamati liki: ovvero volti che si trovano fuori dal tempo, eternati dalla
pittura iconografica. È un volto trasfigurato e trasformato che ha abbandonato la dimensione della passioni terrene
ed è totalmente inserito in quella spirituale, al di là del tempo e dello spazio.
Pur essendo trascinati e coinvolti in questa dimensione, mantengono la loro dimensione umana:
restano uomini e in qualità d’essere umani mantengono l’immagine di Dio sul loro volto.



[quote=Evidenzio]

Il film Andrej Rubliov su TNT


Size: 36 MB
Genre: Arte
Tipo: Screensaver
Sistema Operativo: Windows
Format:: exe
Language: Eng
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