Don DeLillo - Americana - [Pdf - Ita] - TNTvillage
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Don DeLillo - Americana - [Pdf - Ita] [Tntvillage.Scambioetico]
AMERICANA
Don DeLillo
Cover
Dettagli
Autore: Don DeLillo
Titolo: Americana
Anno: 1971; 1a ed. italiana: 2000
Lingua: Ita
Genere: Narrativa
Dimensione del file: 1,66MB
Formato del file: Pdf
Contenuto
Ventotto anni, bello, manager di una grande rete televisiva: David Bell è il sogno americano diventato realtà. Cinico yuppie ante litteram nella New York degli anni Settanta, considera la propria bellezza una forza e lo specchio che gliela ripropone una specie di terapia psicologica. Ma dalla vetta del successo, gli si spalanca davanti un vuoto insostenibile. Decide così di lasciare il suo ufficio a Manhattan e di iniziare un pellegrinaggio nel cuore dell'America a bordo di un camper con tre improbabili compagni e la cinepresa in spalla. Il suo piano: filmare la vita della gente comune nelle piccole città di provincia. Un viaggio per catturare i volti veri, la rabbia, i conflitti di cui è intessuto il paese. È il film della sua vita, il suo film, il folle tentativo di scrivere un pezzo di storia americana, con l'arma di un umorismo raggelante e con gli scarti della cultura di massa.
È il romanzo d'esordio di Don DeLillo, uscito nel 1971 negli Stati Uniti, tradotto e pubblicato anche in Italia nel 2000.
Il mondo rappresentato (e da cui il protagonista fugge) è quello dell'immagine, dei media, dell'apparenza. Una New York frivola e mondana, dominata dalla noia e dal vuoto, è quella che viene splendidamente rappresentata nei capitoli iniziali. L'eleganza e la bellezza simboli di un potere che in realtà si dimostra brutale e primitivo nella sua spietatezza. L'arrivismo di alcuni, la condanna pregiudiziale ai danni di altri, la superficialità nel giudizio che diventa crudele e impietosa. Il sesso e i sentimenti come gioco e strumento per combattere la monotonia. Donne e uomini che parlano, parlano, ma non rompono la finzione dei rapporti.
Quote:
"Il grande sogno non faceva concessioni alla verità dietro i simboli,
alle note fra le righe, alla presenza di qualcosa di oscuro (e per certi versi ridicolo)
sul bordo dello specchio della consapevolezza di qualcuno."
Autore
Biografia
DeLillo è nato a New York il 20 novembre del 1936 da genitori italiani emigrati subito dopo la prima guerra mondiale da un paesino in provincia di Campobasso. Nato e cresciuto nel Bronx, allora abitato in gran parte da italoamericani, frequenta scuole cattoliche, cosa che lascia una traccia indelebile in molti dei suoi scritti, fino agli studi universitari; si laurea in Scienze della Comunicazione. Finiti gli studi inizia a lavorare come copywriter pubblicitario; inizi ad interessarsi di arte e musica: le sue passioni diventano il jazz e la scrittura. Nel 1971 pubblica il suo primo romanzo
Americana
, che sarà tradotto in italiano solo nel 2000. Nel 1972 pubblica
End Zone
, non ancora tradotto in italiano, e l’anno successivo
Great Jones Street
(tradotto in italiano nel 1997) che si incentra sulla figura della rockstar Bucky Wunderlick, che, all'apice della fama, decide di abbandonare il suo gruppo mentre è in corso una tournée. Si rifugia in un angolo nascosto di New York, in un appartamento di Great Jones Street, per sfuggire al culto della personalità di cui è oggetto e a un successo in cui non crede più. L'esilio del protagonista è continuamente disturbato dalle visite più disparate: giornalisti a caccia di scoop, agenti interessati a certe sue incisioni inedite, emissari di una misteriosa comune agricola che tentano di coinvolgerlo nel commercio di una nuova e potente droga carpita ai laboratori federali.
Alla fine degli anni Settanta intraprende un lungo viaggio formativo in Medio Oriente e in India, successivamente si trasferisce in Grecia dove vive per tre anni e scrive il suo ottavo romanzo,
I nomi
del 1982, che avrà un buon successo: in esso gli elementi fondanti sono il ricordo, la memoria, il passato e, segni tangibili di questo passato, la Grecia antica e il suo Partenone. Con questo romanzo DeLillo ci riporta alle origini della storia, alle origini della civiltà, quando la lingua era soltanto un mezzo di comunicazione, quando il semplice gesto di pronunciare il proprio nome indicava il fatto stesso di esistere.
Tornato negli Stati Uniti, scrive
Rumore bianco
con cui vincerà il National Book Award nel 1985; in esso lo scrittore ci parla " di storia contemporanea americana", ci parla del fatto che vivere nella torre di avorio di un ambiente privilegiato non ci salva dai veri problemi della società, destinati a toccarci comunque, ci parla della paura della morte che ci insegue e ci inseguirà ovunque, travestita da eleganza, indifferenza, nevrosi, maniacalità, salutismo, riti - tutto ciò che più tardi nella storia cosituirà la base per la cultura/incultura della "new age".
Del 1988 è
Libra
, in cui l'autore attua un' impressionante ricostruzione a metà tra realtà e fantasia dell'assassinio di Kennedy visto dalla parte di Oswald, l'assassino materiale di Kennedy. Nel 1991 esce
Mao II
, romanzo che consente a DeLillo di trattare del tema del terrorismo internazionale.
Dalla sua penna visionaria sono poi usciti
Underworld
(1997), che attraverso i «passaggi» di una palla da baseball traccia un grandioso affresco di cinquant'anni di vita americana;
Body art
(2001), romanzo difficile scritto con un linguaggio spericolato che osserva le metamorfosi del corpo nel dolore: forse, è una storia di fantasmi, di fantasmi della mente, dell’Io artistico ma anche umano;
Cosmopolis
(2003), caustico itinerario di un miliardario attraverso New York e attraverso la propria vita, si svolge tutto nell’arco di una giornata, nella grande mela, nel cuore di Manhattan, nell’anno 2000, in un giorno di aprile.
Nel 2007 esce
L'uomo che cade
, in cui si evidenzia una forma narrativa più esile e meno pretenziosa, quasi un mosaico di frammenti di memoria legati insieme dal filo conduttore del “dopo gli aerei” e del crollo delle Torri Gemelle a New York. Nel 2010 esce
Punto Omega
una riflessione sul tempo, sulle potenzialità e sulle capacità della parola, romanzo che immerge il lettore in una scrittura tanto secca quanto evocativa, riflessiva.
Considerato fra i maestri del postmoderno, DeLillo attraverso i suoi numerosi romanzi va costruendo un monumentale, labirintico ritratto critico della nazione americana, con la sua coscienza collettiva che tritura immagini e linguaggi, con i misteri e i complotti che intorbidano la sua storia recente, con le sue ferite, i suoi miti, i suoi rituali: il football, il rock, l'intrigo politico, le ideologie di destra e la catastrofe ecologica.
DeLillo è praticamente coetaneo di un grande autore scomparso, Raymond Carver, con il quale condivide la medesima visione della società americana: amore e odio, passione e disfattismo, con quella parte di pessimismo "cosmico" che rende i loro romanzi spesso senza sbocco e non regala un futuro ai protagonisti.
Quote:
Thomas Pynchon considera DeLillo
" la voce più eloquente della letteratura americana".
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