[MT]Pino Imperatore - Aglio, olio e assassino (2018)[Ebook-Pdf-Ita-Poliziesco]
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Titolo originale: Aglio, olio e assassino
Autore: Pino Imperatore
1ª ed. originale: 2018
Data di pubblicazione: 29/05/2018
Genere: Romanzo
Sottogenere: Poliziesco
Editore: DeA Planeta Libri
Collana: Narrativa italiana
Pagine: 368
Pino Imperatore è nato a Milano nel 1961 da genitori napoletani e vive in Campania dall’infanzia. È giornalista e autore di varie pubblicazioni comiche e umoristiche, fra cui: la Trilogia del Buonumore (Cento Autori, 2007); il saggio De vulgari cazzimma (Cento Autori, 2008); i romanzi Benvenuti in casa Esposito (2012, da cui è stata tratta una commedia teatrale di grande successo, scritta con Alessandro Siani e Paolo Caiazzo), Bentornati in casa Esposito (2013) e Questa scuola non è un albergo (2015), editi da Giunti; l’antologia Capita solo a Napoli (Mondadori, 2014, curata con Nando Mormone). Coordina a Napoli le attività del Laboratorio di scrittura comica e umoristica Achille Campanile, da lui fondato nel 2001. Nel 2015 ha esordito alla regia con lo spettacolo teatrale Anime del Sud. Per le sue attività letterarie e culturali ha ottenuto molti riconoscimenti, fra cui il premio Massimo Troisi.
Romanzi
2012 - Benvenuti in casa Esposito
2013 - Bentornati in casa Esposito
2015 - Questa scuola non è un albergo
2017 - Allah, san Gennaro e i tre kamikaze
2018 - Aglio, olio e assassino
Opere umoristiche e comiche
2001 - In principio era il Verbo, poi vennero il soggetto e il complemento
2004 - Un anno strano a Roccapeppa
2005 - Quel sacripante del grafico si è scordato il titolo
2007 - La catena di Santo Gnomo
2007 - Manteniamo la salma
2007 - Questo pazzo pazzo pazzo mondo animale
2008 - De vulgari cazzimma - I mille volti della bastardaggine
2009 - Tutti a posto e niente in ordine
2010 - Aggiungi un porco a favola
2014 - Capita solo a Napoli
2016 - Sei personaggi in cerca di Totore
Racconti
2002 - Il concorrente (pubblicato in I racconti di Sisifo)
2004 - Un caffè corretto (pubblicato in Tangram n. 7)
2005 - La prolusione del Bombò (pubblicato in Vedi Napoli e poi scrivi)
2006 - Le lame del carnefice (pubblicato in San Gennoir)
2006 - Spippolo (pubblicato nell’antologia Scrivere è viaggiare)
2007 - Una valente docente supplente di matematica (pubblicato in Scooter)
2007 - Le mirabolanti avventure del Gladiator Posillipo
2008 - All’uopo mi licenzio (pubblicato in Lavoro in corso)
2008 - Sette squisiti salami (pubblicato in Tangram n. 19)
2010 - Non c’è più il sangue di una volta (pubblicato in Se mi lasci, non male – Penne d’amor perdute)
2014 - Io sono solo una bambina (pubblicato in Storie di ragazzi tra legalità e camorra)
2014 - Un paradiso di sorrisi (pubblicato in Scrittori per Eduardo)
2014 - ’O mandrillo (pubblicato in Io è un’altra – Cose che le donne non dicono)
2014 - Tatonno ’o puorco (pubblicato in La zona grigia – Scrittori per la legalità)
2015 - Lo iettatore che non sapeva di esserlo (pubblicato in Caffè di Napoli)
2015 - Bibbia - Genesi (pubblicato in Scrittori in viaggio con i classici)
2017 - Alfredo, Pancrazio e il mare di Napoli (pubblicato nell'antologia Il mare bagna ancora Napoli)
2017 - Il ritorno dell'Esile (pubblicato nell'antologia Il ritorno degli esuli)
2017 - Joe Sfogliatella (pubblicato in Sfogliate, sfogliatelle e altri racconti)
2018 - Ai miei assassini (pubblicato in Un giorno per la memoria)
Letteratura per l'infanzia
2018 - Quando un bambino legge
Nell'affascinante quartiere di Mergellina, Francesco e Peppe Vitiello gestiscono la premiata trattoria Parthenope, dispensando buoni piatti e aneddoti ancor più saporiti. L'ispettore Gianni Scapece, amante della cucina non meno che delle donne, lavora nel commissariato appena aperto di fronte al locale e dove si racconta che viva il fantasma di una vedova allegra. Per lui è un ritorno a casa, perché in quel quartiere ci è nato, e nell'ospitalità dei Vitiello ritrova il calore e la veracità che aveva perduto. Nelle settimane che precedono il Natale, però, Napoli è scossa dall'omicidio di un ragazzo, il cui corpo viene letteralmente "condito" dall'assassino con aglio, olio e peperoncino. Perché un rituale così macabro? Quale messaggio nasconde? Per trovare la risposta, l'ispettore dovrà scavare tra simboli, leggende e credenze della cultura partenopea, aiutato dalla tenacia del suo capo, il commissario Carlo Improta, e dalle scoppiettanti intuizioni dei Vitiello.
Incipit:
1
Premiata trattoria Parthenope
—
Il giorno in cui raggiunse il traguardo degli ottant’anni, Francesco Vitiello, meglio noto come Nonno Ciccio, chiamò a rapporto il suo unico figlio Peppe, gli appoggiò una mano su una spalla, lo guardò dritto negli occhi, schiuse le labbra per parlare e non disse niente.
«Che c’è, non ti senti bene?» chiese Peppe.
«Me so’ commosso» gli rispose il padre. «È da tre giorni che mi sto preparando il discorso, e mo’ m’è venuto ’o blocco della favella. Rifacciamo tutto daccapo».
«Sì, papà, ritentiamo».
Nonno Ciccio fece un respiro profondo, rimise una mano su una spalla di Peppe, si schiarì la voce e con solennità e tenerezza dichiarò: «Ho deciso di appendere le pentole al chiodo. Da oggi in poi sarai tu il comandante supremo della trattoria Parthenope. Fatti onore. E fai onore alla nostra beneamata Napoli. Ecco qua, ho detto quello che dovevo dire».
Peppe, che venerava suo padre alla stregua di un dio apparso sulla terra per dispensare felicità, saggezza e cibarie agli esseri viventi, si emozionò come un bambino. «Non so se sarò mai alla tua altezza».
«Questo è sicuro: da molti anni sei più alto di me».
«Intendevo l’altezza nel senso di bravura, non di statura».
Il romanzo mescola in maniera magistrale due generi antitetici, il poliziesco e la commedia. Rifacendosi alla lunga tradizione del giallo italiano, che ha il suo vertice in Camilleri, riesce a tenere assieme il tono drammatico con delle scene a dir poco esilaranti, ma mai banali. Del resto sono le corde napoletane che portano a Totò e al suo sottile stile.
E un ritmo calmo, tranquillo, lontano dal rumore dei thriller convenzionali ricchi di azione.
Certo, la trama ha la sua importanza, ed è ben gestita, ma non è questo il fulcro. Il lettore è invitato a godersi aspetti che di solito non trova nei thriller. Una leggerezza, un’ironia che, calvinianamente, ci fanno quasi dimenticare di essere in cerca di un serial killer.
Al centro una Napoli vivida e misteriosa come non si vedeva da tempo. Imperatore possiede una cultura forte della sua città, che qui dispiega a piena potenza. Tutto è descritto nei minimi dettagli: dai viottoli ai quartieri, dalle opere d’arte agli aspetti religiosi.
Soprattutto la mentalità napoletana viene sviscerata pienamente. Terra di credenze , misteri, ma anche di una storia eccezionale e pregna di arte.
A farci capire come vive e ragiona l’uomo di Napoli ci pensano dei personaggi riusciti pienamente, mai semplici macchiette, ma tutti dotati di un loro piccolo spessore, che ce li fa imprimere subito nella memoria. Ovviamente Scapece, detective anticonvenzionale, senza pistola e con una lente alla Sherlock Holmes, è il centro di tutto, ma si potrebbe ben parlare di romanzo corale, dove tutti hanno una loro importanza.
Importante l’aspetto linguistico: l’autore riesce a creare un pasticche linguistico che mescola l’italiano a un napoletano non strettamente tecnico, abbastanza facile da assorbire per il lettore. Un fluido ideale per accompagnarci in quella levitas che tanto ama.
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