La signora delle camelie (Negroni, 1915), [DivX - Mp3] Drammatico[TNTVillage]
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- TypeDivx/Xvid
- LanguageItalian
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La signora delle camelie è un celebre romanzo di Alexandre Dumas figlio del 1848.
Il romanzo ha ispirato numerose versioni cinematografiche, fra cui quelle del 1915, del 1934, del 1953 e del 2005 È inoltre la base per l'opera romantica La Traviata di Giuseppe Verdi. Edizioni
Il film del 1915 è diretto da Baldassarre Negroni, e interpretato da Hesperia.
Venne realizzato in gran segreto durante la contemporanea lavorazione di Rugiada di sangue (diretto sempre da Baldassarre Negroni e con gli stessi attori) per battere in uscita l'analogo film con Francesca Bertini. L'uscita del film provocò un processo tra le due case di produzione sul diritto d'autore (la causa fu la prima su tale argomento in cinematografo).
La prima visione romana si svolse il 12 agosto 1915.
Margherita Gautier è la signora delle camelie, così chiamata per i fiori che prediligeva. Giovane cortigiana della Parigi del IX secolo, la sua vita dipende dai ricchi amanti che, ammaliati dalla sua sensuale bellezza, trovano in lei l’appagamento di un piacere fugace, notturno. Margherita è una donna disillusa; non conosce l’amore autentico, ma solo quello meramente carnale che indurisce il cuore. Finché non incontra Armando Duval, giovane borghese, il quale si innamora di lei da subito.
E la sua non è l’attrazione spietatamente superficiale di tutti gli altri signori dell’alta società: egli ama Margherita perché vede in lei una solitudine e una dolcezza non comuni fra le altre mantenute. Ma il sentimento di Armando sembra univoco, destinato alla derisione, perché non ci si può veramente innamorare di una prostituta. Se non ché le premurose attenzioni del giovane finiscono per far breccia nel cuore della donna. Questa volta l’amore ha la “A” maiuscola, è reciproco, gratuito, finalmente sincero, anche se altalenante fra idilliaci quadretti di passione e i retaggi degli incancellabili trascorsi di mondana smodatezza, che erano stati il passato della prostituta. Ma lo spettro di una malattia trascurata e dei creditori cala sulla vita di Margherita, e a poco a poco oscura fatalmente la sua felicità. Si aggiunga il padre di lui, uomo dai saldi valori morali mirati a perseverare il buon nome della famiglia. La donna sceglie di abbandonare Armando, perché l’esistenza al suo fianco è quanto di più bello le sia mai capitato, ma è destinata a soccombere sotto il peso schiacciante dei debiti e le insistenti esortazioni del vecchio Duval. Del resto si sente separata dell’amato da un’insormontabile distanza etica e sociale. Armando si dispera, la odia, l’ama, la cerca, la rifiuta, si vendica: non comprende quello che è un disperato gesto d’amore. Intanto Margherita soffre per la malattia fisica che la sta consumando nel corpo, ma anche, e soprattutto, per quella dell’anima. E ormai, iniziata alle delle dolcezze dell’amore spontaneo, non è più in grado di tornare alla vita di cortigiana con la stessa leggerezza di un tempo.
Alexandre Dumas impregna il suo romanzo di un manifesto moralismo contro le abitudini incresciose della società e lo presenta come un omaggio a tutte quelle signore di nobili sentimenti, intrappolate nel circolo vizioso della prostituzione. La sua, però, è una visione ancora tutta maschilista. In fin dei conti la donna raggiungerà l’emancipazione solo nel secolo successivo.
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